Mi piace raccontarmi così...

Prima mi immedesimavo negli altri, ora preferisco ascoltare. Posso presentarmi anche così: sono un uomo che ascolta il passato. Un uditore di storie. Alcuni odono la musica, altri i rumori della città o del mare, altri ancora preferiscono ascoltare la vacuità. Io vivo per ascoltare grosse quote di passato e di presente. Chiamatemi come volete, trovatemi un nome. Chi possiede terreni è un proprietario terriero, chi possiede immobili è un proprietario immobiliare, io mi definisco un affittuario temporaneo di tempi, di ricordi, di storie di altri, tanto del passato quanto del presente. Sono un uditore onesto e affascinato solo dalle storie private di persone concrete. Quando provano a offrirmi storie di persone indeterminate e vaghe, le rifiuto. Sono un tipo esigente. Ascolto ogni tipo di storie – su abbandoni, donne e uomini infedeli, infanzie dolorose, viaggi, smarrimenti temporanei o duraturi, malinconie e improvvisi sfoghi. Di tanto in tanto scovo anche storie felici, sebbene siano poche le persone che le riconoscono e si ricordano di parlarne.

Sto imparando a riconoscere, dalle prime parole, se la merce è fresca o è andata a male. La maggioranza delle persone porta elementi irrisori delle proprie storie, alcuni addirittura si meravigliano quando avvertono che alcune cose di cui parlano non valgono niente. Altri ancora sono contenti che ci sia qualcuno su cui scaricare un peso che fino ad allora avevano portato da soli, questi sono quelli che preferisco.

Che guadagno ne ricevo? Grazie all'ascolto di storie, oggi posso muovermi lungo i corridoi di tempi diversi, un salto là nel passato e uno qui nel presente. Un tira e molla che mi restituisce la sensazione di possedere l’infanzia e la giovinezza di tutti quelli che mi hanno parlato.

Sono custode delle loro paure, delle loro gioie, dei loro intrighi e dei loro affanni, rimanendo in connessione per sempre.